Home » Didattica e apprendimento » E sul riordino degli istituti professionali?

E sul riordino degli istituti professionali?

Pubblicato il: 16/09/2010 17:01:04 -


Le indicazioni di lavoro di Maurizio Tiriticco per gli insegnanti degli istituti professionali al fine dell’avvio del riordino del primo anno di studi.
Print Friendly, PDF & Email
image_pdfimage_print

Sollecitato da più parti a dare qualche indicazione pratica e “spicciola” agli insegnanti degli istituti professionali che in questi giorni sono impegnanti nell’avviare il “riordino” imposto dal ministro Gelmini, ho steso un promemoria, indubbiamente non esauriente, ma forse sufficientemente chiaro e praticabile.

Occorre effettuare una lettura/studio attenta, consapevole e condivisa dei documenti normativi e didattici che avviano il riordino, e in particolare de:

• il dPR del 15 marzo 2010, n. 87, Regolamento recante norme per il riordino degli istituti professionali, a norma dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;
• la Direttiva Miur del 28 luglio 2010, n. 65, contenente in allegato le Linee guida per l’attuazione del riordino degli istituti professionali;
• le Linee guida per l’attuazione del riordino degli istituti professionali;
• il dm del 22 agosto 2007, n. 139, Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione e relativi allegati;
• il dm del 27 gennaio 2010, n. 9, contenente il modello di certificazione delle competenze relative all’adempimento dell’obbligo di istruzione.

Da tale lettura/studio emergerà che l’insegnamento tradizionale fondato su apprendimenti disciplinari finalizzati all’acquisizione di date CONOSCENZE valutate con voti decimali è integrato e, per certi versi, superato da un insegnamento il più possibile pluridisciplinare e traversale finalizzato all’acquisizione, al termine del primo biennio di studi, di determinate COMPETENZE, veicolate dall’acquisizione delle relative CONOSCENZE e ABILITÀ, tutte opportunamente indicate e descritte nelle citate Linee guida.

La valutazione decimale continua a essere esercitata, ex lege, al termine dei periodi tri- o quadrimestrali di insegnamento/apprendimento. La valutazione delle prove intermedie, avendo essenzialmente carattere formativo e non conclusivo, può essere espressa anche e soprattutto mediante motivati giudizi verbali, orali o scritti. Va anche considerato il peso che ha la dimensione affettiva e motivazionale di un alunno, opportunamente richiamata nelle Linee guida, nella misura in cui incide nella esecuzione di una performance, anche perché costituisce una dimensione importante delle stesse competenze.

Tutto ciò comporta che la lezione cattedratica e le verifiche continue costituite da esercitazioni scritte e orali siano implementate da attività didattiche meno rigide, più ricche, numerose, flessibili e partecipate. Occorre sollecitare e promuovere attività di ricerca attiva e partecipata realizzate dagli studenti, singoli e in gruppo, soprattutto mediante la strategia laboratoriale, opportunamente richiamata e descritta nelle Linee guida, secondo la logica del “meno lezione e più scoperta”! In altri termini, dovrebbe prevalere lo slogan: “no a un insegnante che parla, sì a un insegnante che fa fare”.

Ne consegue che le verifiche tradizionali (interrogazioni e compiti in classe, rigidamente computati) debbono cedere il posto a una serie di verifiche continue individuali e collettive. Discussioni guidate, individuali e di gruppo, frequenti prove aperte e prove oggettive, opportunamente esplicitate e partecipate, prodotti esiti di ricerche mirate, permetteranno un controllo in itinere continuo ed efficace delle attività didattiche che si andranno via via realizzando.

Va opportunamente ricordato che le attività didattiche hanno un respiro biennale (due bienni più un quinto anno), per cui le progettazioni didattiche avviate nel primo anno debbono avere come traguardi finali le COMPETENZE CULTURALI E DI CITTADINANZA che gli alunni sono tenuti a conseguire al termine del secondo anno di studi e che sono chiaramente descritte sia nelle citate Linee guida che negli allegati 1 e 2 al dm n. 139 del 22 agosto 2007, con cui è stato istituito l’obbligo di istruzione decennale. Ai fini della certificazione, occorrerà utilizzare l’apposito modello, di cui al citato dm del 27 gennaio 2010, n. 9. Va anche ricordato che nel prossimo mese di giugno i consigli delle classi seconde, oltre alle normali operazioni di scrutinio, sono tenuti a certificare per tutti gli alunni le competenze raggiunte e a quale dei tre livelli indicati dal modello.

Maurizio Tiriticco

28 recommended

Rispondi

0 notes
543 views
bookmark icon

Rispondi